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Tànne, mò e mò ca sarrà (Allora, adesso e quando sarà)




Tànne, mò e mò ca sarrà (Allora, adesso e quando sarà) Tànne, mò e mò ca sarrà (Allora, adesso e quando sarà) Tànne, mò e mò ca sarrà (Allora, adesso e quando sarà)

Tànne, mò e mò ca sarrà (Allora, adesso e quando sarà)

È stato pubblicato in questi giorni il nuovo lavoro di Matteo Borgia – scrittore sipontino tra-sferitosi per lavoro a Foggia – “Tànne, mò e mò ca sarrà” (Allora, adesso e quando sarà), una raccolta di poesie, filastrocche, storielle, canzoncine, e ninnenanne nel dialetto di Manfredonia, con la quale l’autore promette di raccontare un piccolo spaccato della vita e della tradizione della sua città natale.
“La storia di Manfredonia non è una storia chiusa, immutabile – scrive Borgia nella sua intro-duzione – al contrario è in continuo divenire, anche in epoca moderna. E il dialetto sipontino rac-chiude in sé numerose tracce di quella storia, delle tante mutazioni intervenute nel tempo. Per questo è inutile ogni tentativo di congelare la storia in una cartolina dal passato.” L’autore avverte perciò il lettore: “Troppo spesso chi scrive nell’idioma locale lo fa con la testa rivolta all’indietro ma la realtà è ben diversa da quella rappresentata dalla retorica vernacolare. La Manfredonia dei nostri padri e dei loro genitori era accomunata al depresso Mezzogiorno d’Italia da una condizione sociale ed econo-mica spaventosa.”
Borgia è convinto che “si era più felici perché si viveva una vita più semplice e ci si sapeva accontentare o forse perché spesso si ignoravano le possibilità offerte dall’esistenza anche immedia-tamente fuori le mura.”
Questa raccolta di testi in dialetto non vuole, dunque, essere la riproposizione di un cliché a-busato, che fa del campanilismo o del rimpianto la molla per richiamarsi strumentalmente al “bel tempo che fu”, ma piuttosto una testimonianza.
“È un omaggio alla mia terra d’origine – argomenta Borgia – un modo per ringraziarla di quanto mi ha dato, una maniera per raccontare, a chi non l’ha potuta ascoltare, una lingua che sta scomparendo. Il dialetto di Manfredonia non sarà il più bello e il più musicale d’Italia o del mondo, ma è stata la nostra lingua madre, quella con cui si formavano i nostri pensieri, con cui abbiamo co-municato i nostri sentimenti, le nostre emozioni, e ciò lo rende ai nostri occhi, o meglio alle nostre orecchie, piacevolissimo e meritevole di essere tramandato.”
Nel libro ci sono 36 composizioni, con la traduzione in italiano e una ricca dote di note espli-cative, che conducono il lettore attraverso i vari tempi in cui si svolgono le storie raccontate: “tànne”, il tempo del passato, “mò”, il presente, e “mò ca sarrà”, il futuro, che comprende anche “il tempo oltre il tempo, che possiamo solo provare a prefigurarci”, che arriverà quando sarà il momento.
Componimenti che l’autore ha scritto nel corso di oltre trent’anni di vita, di molti dei quali ha composto anche musiche e arrangiamenti.
Se il dialetto racchiude, in qualche maniera, la cultura del popolo, le storielle raccontate sono uno spaccato molto personale e tuttavia significativo della sipontinità. Accanto a composizioni di na-tura più intimistica, che attengono agli affetti e ai sentimenti – che peraltro costituiscono un aspetto fondamentale della vita delle persone – sono riportate filastrocche, canzoncine, perfino macchiette, oltre alle poesie celebrative delle feste comandate, che contengono molti elementi tipici della tradi-zione manfredoniana: aneddoti, usanze, consuetudini, leggende popolari, superstizioni e credenze re-ligiose, modi di dire e quant’altro viene tramandato, o perlomeno veniva tramandato, di generazione in generazione.
È proprio così che quelle informazioni sono giunte all’autore, vivendo, per strada, senza aver frequentato nessuna accademia, senza averle riscontrate su alcun libro, e perciò senza nessuna codifi-ca, senza nessun filtro di autenticità che non sia l’averle ascoltate da parenti, amici o altre persone in-contrate nella vita.
Poesie che possono essere destinate ai bambini e ai ragazzi oppure agli adulti, a condizione che siano animati dall’interesse per Manfredonia e per la sua lingua e le sue tradizioni, non importa se quell’interesse è legato a esigenze di studio, è semplice curiosità, è nostalgia o è un vero è proprio amore, sconfinato come quello che si prova – a volte in maniera assolutamente irrazionale – per la propria terra.
Il libro è disponibile su Amazon sia in formato cartaceo che digitale.

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