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Falò non autorizzati




Falò non autorizzati Falò non autorizzati Falò non autorizzati

Falò non autorizzati

Ci risiamo, come ogni anno la festa dell’Immacolata a Foggia, si trasforma in un pretesto per dar sfogo ad episodi di inciviltà che, di fatto, rendono quella che rappresenta una tradizione storica in fenomeni di inciviltà se non, addirittura, di microcriminalità.
Anche quest’anno, purtroppo, abbiamo assistito ad uno spettacolo indecoroso, un costante accatastamento di qualsivoglia genere di mobilio, persino frigoriferi, in molte zone della città, anche non periferiche, come ad esempio in via Giulio De Petra.
Ebbene, quella linea di confine estremamente sottile tra una tradizione ormai consolidata e vera e propria criminalità si sta sempre di più assottigliando con il passare degli anni.
Purtroppo già da un mese prima circa dell’evento, si assiste alla preparazione di falò non autorizzati, attraverso un accumulo di sedie, divani, specchi, materassi e ogni genere di elemento infiammabile.
Con il presente articolo, tuttavia, si vuole porre l’accento su un aspetto estremamente allarmante, ossia che tutto ciò descritto viene posto in essere da gruppi di ragazzi, il più delle volte minorenni i quali, purtroppo, agiscono con la complicità delle famiglie o, in ogni caso, di persone adulte.
Ci si chiede, dunque, perché nonostante tale fenomeno vada avanti ormai da anni, le Istituzioni non intervengano in alcun modo, tollerando quelli che possiamo definire dei piccoli disastri ambientali.
Ma non solo, di fatto le Istituzioni non riesco ad intervenire e a porre fine ad una condotta che integra una fattispecie penale ben definita e cristallizzata nell’art. 256 bis c.p., una norma che ha, finalmente, previsto un reato/delitto (e non più contravvenzione) per chiunque “appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in modo incontrollata in aree non autorizzate”, punito con la reclusione da due a cinque anni.
Un regime sanzionatorio, dunque, più severo rispetto al passato, quando questo tipo di reato era di natura contravvenzionale, che dovrebbe quantomeno ridurre fenomeni di tale natura, tra i quali possiamo far rientrare i falò non autorizzati.
Purtroppo, però, ciò non avviene e, anzi, si assiste ogni anno ad un graduale peggioramento della situazione, con un numero sempre maggiore di minorenni coinvolti.
Ed è proprio su di loro che ci si deve concentrare, trovare soluzioni che scoraggino la formazione di vere e proprie baby gang che agiscono indisturbate nelle varie zone della città.
Ma quali possono essere queste soluzioni?
Non è possibile affidarsi alla mera repressione, attraverso la minaccia di pene esemplari, ma occorre un intervento capillare, che parta dalle Istituzioni e in particolare dalla scuola.
Non deve essere più tollerata la dispersione scolastica ma, anzi, la scuola deve diventare luogo di progettualità, una progettualità in cui coinvolgere i ragazzi, renderli partecipi in un contesto sociale attivo e inclusivo.
Solo in questo modo, ripartendo dai più giovani, potremo scoraggiare fenomeni di inciviltà e microcriminalità a cui abbiamo assistito in questi giorni che, senza dubbio alcuno, stanno relegando la nostra città agli ultimi posti delle classifiche di vivibilità.

(Elda Panniello)

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