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Nuovo assegno di accompagnamento




Nuovo assegno di accompagnamento

Nuovo assegno di accompagnamento

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo che introduce importanti novità per gli anziani in Italia, con particolare attenzione agli ultraottantenni non autosufficienti. La riforma prevede l’istituzione della “prestazione universale”, un assegno di accompagnamento che sostituirà quello attuale, portando l’importo da 531,76 a 1.380 euro.
Tale assegno sarà destinato a circa 25.000 anziani ultraottantenni non autosufficienti, caratterizzati da un livello di bisogno assistenziale gravissimo e da un Isee inferiore a 6.000 euro.
Per avviare questa riforma, è stata stanziata una tranche di oltre un miliardo di euro, di cui 300 milioni sono destinati alla prestazione universale.
Nello specifico, il testo introduce misure specifiche per prevenire la fragilità delle persone anziane, per favorirne la salute e per l’invecchiamento attivo. Si promuovono, inoltre, strumenti di sanità preventiva e di telemedicina presso il domicilio delle persone anziane, introducendo misure volte a contrastarne l’isolamento e la deprivazione relazionale e affettiva, a favore del mantenimento delle capacità fisiche, intellettive e sociali.
In materia di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti, si provvede a coordinare, riordinare, semplificare e rendere più incisivi una serie di interventi di tipo sanitario e socioassistenziale, aggiuntivi rispetto alle prestazioni già fornite dal Servizio sanitario nazionale.
Entrando più nello specifico si introducono:
• l’offerta integrata di assistenza e cure domiciliari finalizzata all’erogazione a domicilio di interventi caratterizzati da un livello di intensità e complessità assistenziale variabile nell’ambito di specifici percorsi di cura e di un progetto di assistenza individuale integrato;
• la previsione di servizi residenziali e semiresidenziali socioassistenziali e sociosanitari;
• il potenziamento delle reti locali delle cure palliative.
La legge delega prevede, in via e progressiva l’introduzione di una prestazione universale (una sorta di Assegno Unico) pensata per gli invalidi anziani, che assorbirà i precedenti sussidi e andrà quindi in sostituzione di quella che ora è conosciuta come indennità di accompagnamento (articolo 1, legge 17/1980) e delle prestazioni connesse (articolo 1, comma 164, legge 234/2021).
La “prestazione universale” è una sperimentazione della durata di due anni, durante i quali verranno valutati i risultati ottenuti e, in caso di successo, la platea dei beneficiari potrebbe essere ulteriormente estesa.
Le persone anziane non autosufficienti potranno scegliere se riceverla come indennità in denaro (graduata secondo lo specifico bisogno assistenziale ) oppure sotto forma di servizi alla persona.
In via sperimentale dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, è dunque istituita una prestazione per over 80 non autosufficienti con un livello di bisogno assistenziale gravissimo e un ISEE sotto 6.000 euro.
L’importo della prestazione prevede una quota fissa che corrisponde all’indennità di accompagnamento (ad oggi pari a 531,76 uro) a cui si somma una quota integrativa definita “assegno di assistenza“, pari ad € 850,00, potendo arrivare anche 1.380 euro euro al mese.
La quota integrativa si potrà usare per pagare il lavoro di cura e assistenza svolto da colf e badanti, ma anche l’acquisto di servizi forniti da imprese qualificate.
I requisiti per ottenerla sono i seguenti:
• età anagrafica di almeno 80 anni;
• livello di bisogno assistenziale gravissimo, definito dall’INPS sulla base di determinati indicatori;
• ISEE per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria, in corso di validità, non superiore a euro 6.000.
La viceministra del Lavoro e Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ha sottolineato che si tratta di una riforma attesa da vent’anni e che rappresenta una priorità per il governo, considerando l’Italia come la prima Nazione in Europa per numero di anziani e la seconda nel mondo dopo il Giappone.
Uno degli obiettivi principali della riforma è contrastare l’isolamento e la solitudine degli anziani, posizionando la casa come il centro di cura per gli ultraottantenni non autosufficienti. Si mira a coniugare l’assistenza sociale e sanitaria, favorendo la telemedicina, la teleassistenza e l’assistenza domiciliare integrata.
La normativa promuove uno stile di vita attivo per gli anziani, incoraggiando la pratica di più sport, il turismo del benessere e il turismo lento per gli over 65. La riforma sostiene anche un maggior rapporto tra giovani e anziani, coinvolgendo i giovani del servizio civile universale e promuovendo nuove forme di coabitazione solidale (senior cohousing) e di coabitazione intergenerazionale, in particolare con i giovani in condizioni svantaggiate (cohousing intergenerazionale).

(Elda Panniello)

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