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Juventus-Barcellona: l’Apache contro la Pulga




Juventus-Barcellona: l’Apache contro la Pulga



Manca poco e l’Europa calcistica avrà il nome della squadra regina della stagione. La finale tanto attesa di Champions League è alle porte, e tiene col fiato sospeso sia i milioni di tifosi divisi tra Juventus e Barcellon, sia gli appassionati di scommesse sulla Champions League betfair. Le due finaliste sono già a Berlino e hanno svolto il rituale allenamento di rifinitura, in procinto di partire per l’Olympiastadium, impianto che ospiterà la sfida. Un’italiana contro una spagnola, dal passato attuale molto diverso: i bianconeri non centrano una finale dal 2003, anno di Manchester, dell’euroderby contro il Milan e del rigore segnato da Shevcenko che sancì la vittoria rossonera, e non vincono la coppa dalle grandi orecchie da 18 anni, anno in cui sconfissero l’Ajax. 

I blaugrana sono invece la squadra che ha ottenuto più successi continentali negli ultimi anni, diventano il club europeo con il ciclo vincente più lungo della storia. Entrambe arrivano all’appuntamento guidate da due giocatori di nazionalità argentina: da una parte l’Apache, Carlitos Tevez, nato a Ciudadela, Buenos Aires; dall’altra l’ET Messi, detto la Pulganato a Rosario ma praticamente cresciuto nella città catalana. Tevez classe 1984, attaccante di razza, potente fisicamente, dotato di buona tecnica e stacanovista, indispensabile nel lavoro sporco e apprezzato per questo dai compagni. Lionel è di 3 anni più giovane, nato nell’87, forse il miglior giocatore della storia del calcio, con buona pace dei fans di Maradona. Una diatriba che fa discutere e lo farà anche quando Messi appenderà le scarpette al chiodo. Questione di gusti? Possibile, ma poi sono i fatti quelli che contano. 

Infatti, come fanno notare chi stila i pronostici delle scommesse sul calcio di questa webil numero 10 del Barcellona ha segnato più di 400 gol con la stessa maglia, ed è stato il fautore della conquista di 3 Champions League, in procinto di giocare l’ennesima finale. Il punto debole riguarda la nazionale argentina, che non ha ancora saputo prendere per mano e portarla alla vittoria come invece ha fatto El Pibe de Oro nell’86. Vite non semplici per i due attesi protagonisti dell’imminente finale: Tevez deve fare i conti con una realtà misera, aggravata dall’abbandono della madre e da un incidente domestico gravissimo di cui porta ancora i segni sul viso, per ustione. La sua carriera comincia nell’All Boys, per poi passare al Boca Junior, ed approdare in Europa nel West Ham prima, e nel Manchester United in seguito. Cambierà casacca passando dall’altra parte calcistica della città inglese, vestendo quella del City, dove non avrà molta fortuna, facendo più panchina che altro. 

È stato a un passo dal Milan, ma poi è stata la Juventus a spuntarla e a portarlo in Italia, dove al suo primo anno non ha vinto la classifica marcatori per una sola rete. Messi, di origini italiane, ha dovuto superare una malattia dell’ormone della crescita diagnosticatagli all’età di 11 anni. Diventato noto nell’ambiente calcistico grazie alla sue straordinarie potenzialità che mostrava sin da bambino, fu il Barcellona ad adocchiarlo e a volerlo nelle giovanili, pagandogli anche le costose cure mediche. Il suo straordinario talento, unito alla gratitudine verso la società catalana, lo hanno portato a vincere 23 titoli e a legarsi indissolubilmente ai colori sociali del Barcellona. Sarà questa finale a sancire quale argentino festeggerà.

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