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'I cattolici e l'Assemblea Costituente': convegno al Circolo Unione di Lucera


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'I cattolici e l'Assemblea Costituente': convegno al Circolo Unione di Lucera

Per la festa della Repubblica del prossimo 2 giugno è stato organizzato un convegno per ricordare che 70 anni fa, la mattina del 10 marzo 1946 le donne italiane, per la prima volta, si misero in fila accanto agli uomini per votare. Votano, finalmente, dopo lunghi anni di battaglie, esercitando un diritto sancito per legge nel febbraio dell’anno precedente da un decreto legislativo varato dal secondo governo Bonomi.
Quel giorno, insieme all’elettorato attivo, ossia il diritto di votare, è sancito anche il diritto delle donne italiane all’elettorato passivo, ossia a poter essere elette; ratificato dal decreto n. 74 pubblicato lo stesso giorno delle elezioni amministrative, le prime dopo la caduta del fascismo, organizzate in 436 comuni. Per le consultazioni politiche si dovrà aspettare al 2 giugno 1946, data in cui italiani e italiane saranno chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica.
Quella del 2 giugno di settant’anni fa è una giornata storica per diversi importanti motivi: per la prima volta nella storia d'Italia il voto di quel giorno, allargato, come detto, all’intero corpo elettorale, maschile e femminile, oltre a decidere la forma di Stato e ad eleggere l'Assemblea incaricata di stilare una Costituzione scelta da propri rappresentanti (non uno Statuto concesso dal sovrano), definisce anche i rapporti di forza tra i partiti politici risorti dopo la caduta di Mussolini. Un momento storico fino ad allora mai vissuto, visto che le consultazioni popolari precedenti risalivano ai plebisciti di annessione, rimessi a un corpo elettorale molto limitato.
L’Assemblea veniva eletta nei giorni 2 e 3 giugno 1946, risultando composta di 556 "onorevoli costituenti", tra cui 21 donne. 4.764 i candidati, divisi in 31 collegi elettorali. La Democrazia Cristiana esprimeva 207 "padri costituenti" (tra cui il “lucerino” Raffaele Pio Petrilli, personalità di punta del partito di De Gasperi in Puglia, «forte figura e ministro di raffinata cultura», che richiama «molto da vicino i politici francesi provenienti dalle grandi scuole di formazione»), il Partito Socialista 115 rappresentanti (tra questi Domenico Fioritto, originario di Sannicandro Garganico), il Partito Comunista 104 deputati (tra i quali il cerignolano Giuseppe Di Vittorio), l’Unione Democratica Nazionale 41 esponenti, il Fronte dell’Uomo Qualunque 30 deputati, il Partito Repubblicano 23 onorevoli ed altri gruppi politici minori, tra i quali il Partito d’Azione, 36 membri.
Il testo finale (sottoposto anche ad una politura letteraria ad opera di illustri linguisti, quali Antonio Baldini, Concetto Marchesi e Pietro Pancrazi) ed entrato in vigore il 1° gennaio 1948, risultò approvato con 453 voti favorevoli e 62 contrari.
Su questi ed altri aspetti si è soffermata la relazione del prof. Angelo Giuseppe Dibisceglia, docente di Storia della Chiesa negli Istituti Superiori di Scienze Religiose "Giovanni Paolo II" di Foggia, "San Nicola il Pellegrino" di Trani e all’Istituto Teologico "Santa Fara" di Bari, introdotta dagli interventi del Presidente della Presidente e della socia fondatrice del Centro Italiano Femminile di Lucera, prof.ssa Lella Schiavone e dott.ssa Gina Cirsone e da una presentazione i Massimiliano, Presidente del Comitato di Foggia dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano.

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