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Carabinieri: per il GIP di Bari Rocco Moretti e Domenico Valentini devono rimanere in carcere




Carabinieri: per il GIP di Bari Rocco Moretti e Domenico Valentini devono rimanere in carcere

FOGGIA: TENTATA ESTORSIONE CONTINUATA E AGGRAVATA, IN CONCORSO, CARATTERIZZATA DALLA "MAFIOSITA'" DEI MODI E DEL CONTESTO. ANCHE PER IL G.I.P. DI BARI ROCCO MORETTI E DOMENICO VALENTINI DEVONO RIMANERE IN CARCERE.

Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno eseguito un’ordinanda di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di MORETTI Rocco, classe ’50, elemento di vertice della “Società Foggiana” e, in particolare, della batteria “MORETTI-PELLEGRINO-LANZA”, e di VALENTINI Domenico, classe ’72, per i reati di tentata estorsione e porto abusivo di armi da fuoco, sia comuni che da guerra, aggravati dall’avere agito col metodo mafioso.
I due arrestati erano già stati colpiti, lo scorso 9 ottobre, da un provvedimento di fermo di indiziato di delitto del PM della DDA di Bari, provvedimento che era poi stato convertito in misura cautelare dal GIP di Foggia. Questi, disponendo che gli arrestati rimanessero rinchiusi nella casa circondariale di Foggia, aveva però anche dichiarato la propria incompetenza, in quanto aveva anch'egli ravvisato l’aggravante dell’avere gli indagati agito avvalendosi del c.d. metodo mafioso per la commissione dei reati contestati, e cioè il tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore operante nel settore agricolo il quale, dalla fine del 2015 era continuamente vessato da appartenenti al clan MORETTI, nel tentativo di estorcergli la somma di 200.000 euro. Lo stesso, in più occasioni era stato avvicinato da soggetti appartenenti al predetto clan, i quali, anche con percosse e con la minaccia di armi comuni e da guerra (come ad esempio fucili mitragliatori Kalashnikov), avevano cercato di costringerlo, per poter continuare a svolgere la sua attività senza problemi, a versare la predetta somma nelle casse del clan. Analoghe minacce erano poi state rivolte anche ad alcuni dei suoi familiari e dipendenti.
Il GIP di Bari, il 26 ottobre u.s., sulla scorta degli accertamenti già presenti agli atti e di ulteriori risultanze investigative, ha emesso una propria ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico degli indagati, notificata loro presso il carcere di Foggia.

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