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Caso pantera: non risulta alcun dna riferibile a felidi, questo l'esito analisi su capra sgozzata




Caso pantera: non risulta alcun dna riferibile a felidi, questo l'esito analisi su capra sgozzata

Caso pantera: negativi gli esiti delle analisi sui campioni di dna rilevati su una capra sgozzata ritrovata nelle campagne di San Severo.

Fasanella (dir.gen. Izspb): “Fondamentale il lavoro di equipe tra l'Izs di Puglia e Basilicata e l'Izs del Lazio e Toscana”

Sono state eseguite dalla veterinaria forense dell’Istituto Zooprofilattico di Roma le analisi, con esito negativo, dalle quali non risulta alcun dna riferibile a felidi. E’ ciò che emerge in riferimento al caso della presenza di una pantera nelle zone dell’Alto Tavoliere da alcune settimane a questa parte. Proprio nella zona di San Severo, giorni addietro, era stata recuperata la carcassa di una capra sgozzata. Le successive indagini genetiche sui campioni, svolte dal laboratorio diagnostico molecolare del centro di referenza per la medicina forense veterinaria dello Zooprofilattico di Lazio e Toscana, hanno quindi escluso che il dna fosse riferibile alla pantera, bensì proveniente da almeno tre diversi cani. I risultati sono stati quindi inviati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata, con sede a Foggia, che aveva prelevato il materiale da analizzare.

“Un plauso va ai nostri dirigenti che hanno saputo effettuare con professionalità il lavoro di campionamento dei residui di saliva dalle lesioni dell'animale predato per inviarle al centro di Referenza di medicina forense dell'Izs di Roma. I centri di Referenza sono laboratori altamente specialistici che appartengo alla rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali. Ognuno di essi è polo di eccellenza specifico a livello nazionale ed esegue con tempestività e accuratezza indagini decisamente molto particolari – commenta il direttore generale dello Zooprofilattico di Puglia e Basilicata, Antonio Fasanella che prosegue – Nei giorni scorsi, ad esempio, abbiamo analizzato i campioni, provenienti da Roma, di alcune buste contenenti polveri sospette che erano state recapitate al quotidiano Repubblica e al presidente della Regione Lazio, Zingaretti. Analisi che, fortunatamente, hanno dato esito negativo”, conclude Fasanella.

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