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Cultura       Pubblicata il
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Eliana Maggiano vincitrice del concorso Ricette della Dieta Mediterranea al tempo del Coronavirus




Eliana Maggiano vincitrice del concorso Ricette della Dieta Mediterranea al tempo del Coronavirus

Vincitrice del concorso dedicato alla Raccolta di Ricette a tema “Dieta Mediterranea al tempo del Coronavirus” è stata Eliana Maggiano di Peschici.
La proclamazione della vincitrice è avvenuta il 1° luglio 2020 alle ore 20,00, in modo telematico, tramite la piattaforma Zoom e sarà ripetuta a settembre in occasione del Festival della Dieta Mediterranea.
La giuria, composta dalla prof.ssa Stefania Ruggieri, ricercatrice del CREA, Cristina Giannetti, ufficio stampa CREA e dalla dott.ssa Orfina Scrocco, Presidente del Club per l’Unesco di Alberona, ha decretato la vittoria di Eliana Maggiano con la ricetta “Ragù di cefalo fresco pescato dal nonno con lagane fatte in casa dalla nonna” che ha toccato i sentimenti e richiamato le antiche tradizioni, salendo presto in vetta a tutte le altre ricette inviate.
Sono state selezionate altre 21 ricette tutte classificate ex aequo al secondo posto (su circa 100 pervenute).

Ogni ricetta racconta una storia, comunica emozioni e suscita ricordi.
Tutte le ricette risultate vincitrici si ispirano ai canoni della “Dieta Mediterranea”, alla identità territoriale e alla stagionalità dei prodotti.

Sono tutte corredate da didascalie, proverbi e racconti, nonchè da immagini fotografiche che ripercorrono la preparazione del piatto.

La Dieta Mediterranea è stata dichiarata nel 2010 dall’UNESCO “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”, un patrimonio che riunisce le abitudini alimentari dei popoli del bacino del Mar Mediterraneo, consolidate nel corso dei secoli e rimaste pressoché immutate.
La “Dieta Mediterranea” è intesa non solo come modello nutrizionale, ma anche come interazione sociale e come strumento di convivialità.

I vincitori del concorso concorreranno alla gara di cucina che verrà indetta dal Club durante la prossima edizione del Festival della Dieta Mediterranea, presubimibilmente nel mese di settembre (Covid-19 permettendo).

Al primo classificato è stato offerto un weekend in una struttura ricettiva del Monti Dauni.

Il Club per l’UNESCO di Alberona è caratterizzato dalla qualità dei Soci, persone da sempre impegnate in attività scientifiche e culturali, che spendono la propria professionalità e le proprie competenze per la realizzazione dei progetti e delle iniziative che costituiscono l’attività del Club.
Il Club è impegnato nella diffusione della cultura, con particolare attenzione alla conoscenza e alla valorizzazione del nostro territorio e del suo immenso patrimonio storico, artistico e paesaggistico, rappresenta infatti, il comune denominatore di tutte le attività proposte. Le numerose e qualificate attività scaturite da questo impegno costante hanno conferito credibilità ed autorevolezza a questo Club che oggi si onora di poter interloquire e collaborare con tutte le Istituzioni.

Ecco un veloce riepilogo delle ricette risultate vincitrici del concorso:

1° posto Eliana Maggiano – Peschici
RAGÙ DI CEFALO FRESCO PESCATO DAL NONNO CON LAGANE FATTE IN CASA DALLA NONNA

I nonni sono coloro che hanno l’argento nei capelli e l’oro nel cuore.

Ingredienti per il sughetto

80 cl di olio EVO di produzione propria;
1 peperone rosso;
1 cipolla rossa del Gargano;
2 spicchi di aglio;
5 foglie di basilico;
1 ciuffetto di prezzemolo;
5 cucchiai di olive di produzione propria sott’aceto;
Origano q.b.;
1 cucchiaio di capperi;
1 pizzico di sale;
400 grammi di pomodorino fresco;
400 grammi di pelati;
1 cefalo della costa Garganica.

Ingredienti per le lagane (“LAIN”)

500 grammi di farina;
30 grammi di olio;
acqua q.b.

PREPARAZIONE DELLE LAGANE “LAIN”
Innanzitutto bisogna munirsi di una spianatoia in legno di tiglio “60 cm x 90 cm” per impastare e di una macchina per creare la forma della pasta.
Il primo passo consiste nell’effettuare l’impasto sulla spianatoia. Così bisognerà versare 500 grammi di farina sulla spianatoia;
all’interno della farina effettuare un buco che dovrà contenere l’olio extravergine d’oliva e l’acqua nelle quantità sopra indicate.
Dopodiché cominciare ad impastare, versando man mano l’acqua a proprio piacimento, con le mani fino a far diventare l’impasto denso e chiaro.
Il secondo passo consiste nel dare forma alle nostre lagane. Per questo bisognerà tagliare l’impasto finito in tanti pezzettini, prenderli ed introdurli uno ad uno nella relativa macchina per renderli più stesi e lisci. I medesimi pezzetti di pasta, poi, dovranno essere introdotti nella stessa macchina e nella stessa forma “lisciante” per una seconda volta – e con una misurazione ancora più inferiore- per assottigliarli ancor di più. Infine introdurre il pezzetto di pasta ben steso e liscio nella parte della macchina funzionale a dare la forma delle lagane. Così portiamo in ebollizione l’acqua con un pizzico di sale per la cottura delle lagane.

PROVENIENZA
Oggi, in molti ambiti sociali e sotto vari aspetti, si affronta l’argomento sulla provenienza del cibo. Per questo motivo è nostra premura sottolineare l’importanza della provenienza sana di questo pesce. Questo pesce è stato pescato da mio nonno, Elia Ranieri che, prendendo spunto dal trabucco vero e proprio, ne ha riprodotto uno simile in miniatura su di una roccia della costa Garganica nella Baia Jalillo di Peschici (vedi ultime tre figure in basso). Il trabucco, conosciuto anche nelle varianti di trabocco, bilancia o travocco, è un’antica macchina da pesca tipica delle coste garganiche, molisane e abruzzesi. Tutelati come patrimonio monumentale dal Parco Nazionale del Gargano, i trabocchi sono disseminati sul paesaggio costiero del basso Adriatico e del basso Tirreno, fino ad arrivare ad alcune località della costa settentrionale della provincia di Bari.
Il trabucco è tradizionalmente costruito col legno di pino d’Aleppo, comune in tutto il medio Adriatico. Si tratta di un materiale pressoché inesauribile, data la diffusione nella zona, ma anche modellabile, resistente ed elastico. Ciò permette all’intera struttura di reggere le forti raffiche di Maestrale. Entrando nel merito del termine trabocco, esso deriva per sineddoche da trabocchetto, indicativo della rete che viene usata come “trappola” per il pesce. L’efficientissima tecnica di pesca a vista, infatti, consiste nell’intercettare, con grandi reti a trama fitta, i flussi di pesci che si spostano lungo gli anfratti della costa. Sfruttando la morfologia rocciosa di alcune zone pescose della costa, i trabucchi sono eretti nel punto più prominente dei promontori e sono orientati in modo da poter sfruttare favorevolmente le correnti.
La rete, generalmente a bilancia, viene calata in acqua grazie ad un complesso sistema di argani, azionati elettricamente o a mano da almeno due uomini. Sul trabocco operano in norma quattro soggetti, detti traboccanti, predisposti all’avvistamento del pesce e alle varie manovre.
Questo ingegnoso modus operandi permette di pescare senza inoltrarsi in mare.

AL SECONDO POSTO TUTTE EX AEQUO:
PANCOTTO
Carosielli Virginia – Celle San Vito (FG)

I SCARCIOFFL RCHEN
Tommaso Ricci – Cava dei Tirreni

FRITTELLE DI FIORI DI ZUCCA
Nadia Farina – Cava dei Tirreni

CARCIOFI E PISELLI
Pierantonio Lembo – Lucera

OV, SPARG E SAUCICCHJ
Rosaria Russo – Alberona

MALTAGLIATI CON RUCOLA E POMODORINI
Dina Scrocco – Cava dei Tirreni

FAVE E CICORIE (LA NGRAPIATA BARESE)
piatto della tradizione barese
Francesca Loconte – FASANO Brindisi RISOTTO A MODO MIO CON

PANCETTA E ASPARAGI
Olga Franciosa – Lucera

SPEZZATINO DI AGNELLO
(ù spezzateddhe)
Lucia Pasciuto – Alberona

PIZZA A FURN APIJERT
Francesco Casiello – Biccari

GNOCCHETTI CON GUANCIALE E FAVETTE e I PEZZÈDDHE PE L’AGHIE:
Ricette della Masseria didattica Casanova a cura di Eleonora Di Battista – Lucera

PAN COTTO CON FAGIOLINI E ZUCCHINE, PAN COTTO CON LE MELANZANE RIPIENE, FOGGHIA MESTECATE, STRASCINATI E ZUCCHINE, PANCOTTO CON LE CICORIE, FINOCCHI A SPEZZATINO, CAVOLFIORI E BACCALA, STRASCINATI E FINOCCHIETTI SELVATICI: Ricette di Rosanna Martino – San Marco in Lamis

GRANO COTTO
Anna Defenza – Alberona
“Ricetta di tradizione e del folklore pugliese per la commemorazione dei morti” (detta “Grano dei morti” o “Cicc Cuott” o “Colva”). Grano cotto, condito con vin cotto, noci, cioccolata fondente e chicchi di melagrana. Un inno alla rinascita offerto dalle famiglie ai propri defunti in occasione del Due Novembre.

Per chi è curioso e desidera approfondire le ricette, con ingredienti e procedimento incluso, in allegato è possibile visualizzare il pdf riepilogativo.

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