Spazio disponibile banner disponibile banner disponibile banner disponibile




Cultura       Pubblicata il
VIDEO


"Dissonanze", Francesco Granito a Foggia


Descrizione

"Dissonanze", Francesco Granito a Foggia

Sabato scorso, 9 aprile, si è inaugurata - presso la galleria della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia in via Arpi 152 - "Dissonanze", sculture e installazioni di Francesco Granito.
La mostra è stata preceduta dalla conferenza stampa tenuta dal Presidente della Fondazione, prof. Aldo Ligustro, dall'architetto Gianfranco Piemontese, dalla curatrice della mostra e del catalogo, prof.ssa Gigliola Fania, e dall' architetto Domenico Potenza altro curatore del catalogo, ed infine dalle parole dell'artista Francesco Granito.
Dopo due anni di fermo a causa della pandemia da Covid-19, la Fondazione decide di ripartire con un evento dedicato completamente alla scultura, una particolarità per queste sale che, per la loro capienza, non sempre hanno potuto accogliere eventi di questo tipo. La mostra - prima personale dell'artista a Foggia - ha lo scopo non solo di continuare a promuovere gli artisti locali ma anche di riportare sempre di più la scultura al suo rapporto con il territorio.
L'esposizione accoglie 26 opere che coprono un arco di tempo che va dal 1982 al 2021. Nelle tre sale adibite, si snodano i temi del doppio, del conscio e inconscio, del gioco come dimensione sospesa tra realtà e fantasia e dove, come dice lo stesso Granito "siamo noi stessi"; fino ad arrivare a tematiche più cupe e squilibrate a cui è dedicata l'ultima sala in cui sono esposte tre installazioni del 2006 recuperate e utilizzate dall'artista come riflessione sulla realtà drammatica della guerra, che riflette le parole della curatrice, Gigliola Fania "se l'arte ha un linguaggio universale diventa la possibilità di dare vicinanza tra i popoli".
Il tema del gioco dei contrasti caratterizza tutta la poetica artistica di Francesco Granito, sia nel trattamento della materia, sia nel linguaggio utilizzato, come si evince dai titoli scelti per le sue opere. La tecnica straordinaria nella capacità di sottrarre, lavorare e trasformare una materia pesante come la pietra per arrivare a quella leggerezza dei soggetti rappresentati, come i drappi ricamati in cui la morbidezza viene percepita non solo dai decori merlettati ma anche dai quei lievissimi solchi presenti sulla superficie che rimandano alla tramatura di un tessuto, e che riflettono la lunga lavorazione e dedizione dell'artista. I titoli delle opere sono ossimori, ancora una volta giochi di contrasti a quei pensieri di leggerezza nei confronti di qualcosa di pesante, che richiama un concetto tanto caro a Italo Calvino.
La mostra è visitabile fino al 7 maggio 2022.

(Emanuela Bruno)

Torna indietro
Stampa
powered by: mediaweb graphic
APRI »