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Ritorna a Lucera l'Azalea per la Ricerca


Descrizione

Ritorna a Lucera l'Azalea per la Ricerca

Dopo due anni di assenza anche a Lucera ritorna in presenza l'Azalea della Ricerca, a presentare l'iniziativa la neo responsabile di zona, Marianna Tremonte affiancata da Adriana Nardone e dalla Dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo Tommasone-Alighieri Francesca Chiechi.
L'incontro è stato presentato presso il Circolo Unione, messo a disposizione dal presidente Silvio Di Pasqua, ed è stato una sorta di passaggio del testimone da Aurora Schiavone, storica socia che ha retto la gestione sin dal 1990 con la Tremonte.
La Dirigente scolastica, invece, ha annunciato come gli alcuni studenti si attiveranno nella giornata di domenica 8.
Quest'anno le volontarie e volontari dell' Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro saranno impegnati in due giorni, sabato 7 in Piazza Matteotti e domenica 8 maggio in Piazza Duomo, dalle 10.30 alle 13.30.

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In 38 anni di vita l'Azalea della Ricerca è diventata il simbolo della ricorrenza della Festa delle donne, un fiore speciale da regalare alla mamma e a tutte le donne, una preziosa alleata per la salute al femminile che ha permesso nel tempo di raccogliere oltre 280 milioni di euro, risorse che hanno consentito ai migliori scienziati oncologici di lavorare senza interruzioni, nel tentativo di diagnosticare più precocemente tutte le forme di cancro e di curare con maggiore efficacia tutte le pazienti.
Ventimila volontari AIRC tornano nelle piazze domenica 8 maggio per distribuire l'Azalea della Ricerca a fronte di una donazione di 15 euro.
Lo scorso anno in Italia sono stati 182.000 i nuovi casi di tumore tra le donne e si stima che circa una su tre riceverà una diagnosi oncologica nel corso della vita. I tumori più frequenti nel genere femminile sono: mammella (55.000), colon-retto (20.200), polmone (13.300), tiroide (9.800), utero (8.300), pancreas (7.400), melanoma (6.700), linfoma non-Hodgkin (6.100), stomaco (6.100), ovaio (5.100). Oggi in Italia la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è arrivata al 65% e ci sono quasi 2 milioni di donne che hanno superato un cancro grazie ai progressi della ricerca e all'alto livello dell'assistenza oncologica.

Testimone del manifesto Francesca e Cecilia

LA STORIA DI FRANCESCA
“Durante le cure dovevo stare in isolamento, lontana anche dalla mia bimba…”
Francesca è un medico nefrologo a cui è stato diagnosticato un cancro alla tiroide. “Mi sono offerta di fare da paziente a una mia collega per provare il nuovo ecografo. È così che ho scoperto di avere un nodulo alla tiroide”. Ricevuta la notizia, Francesca non perde tempo e in 48 ore esegue tutti i controlli: purtroppo si tratta di un carcinoma, ma per fortuna la risonanza non evidenzia metastasi. “Del percorso di cure mi è pesata molto la radioterapia allo iodio perché si diventa radioattivi e bisogna stare in isolamento per parecchi giorni, un aspetto che mi ha provata a livello psicologico: mi mancava la mia piccola Cecilia e in quella stanza silenziosa pensavo troppo”.
Oggi Francesca sta bene e con la sua testimonianza vuole sottolineare una volta in più l’importanza della prevenzione: “Se anche una sola persona, leggendo la mia storia, decidesse di farsi un controllo, ne sarei grata. Noi donne siamo attente alla prevenzione, ma in realtà monitoriamo seno, utero e poco altro. Invece, dobbiamo fare attenzione anche alla tiroide. Basta una semplice ecografia, che è un esame non invasivo, per scoprire un nodulo. Non dimentichiamo poi che questo tipo di tumore è uno dei più curabili, quindi non bisogna averne paura”.

tratto da sito www.airc.it

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