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Estraneità dell'ex sindaco Losapio, lo chiarisce l'avvocato Vaira


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Estraneità dell'ex sindaco Losapio, lo chiarisce l'avvocato Vaira

"IL SINDACO LOSAPIO NON HA MAI FREQUENTATO ALCUN CAPOCLAN. IL DIETROFRONT ARRIVA DAL MINISTERO DEGLI INTERNI"

Nessuna frequentazione accertata con il capoclan, non è servito neanche arrivare alla prima udienza per dimostrare l’estraneità dell’ex sindaco Emanuele Losapio dalla brutta vicenda, inserita all’interno della relazione ministeriale a corredo dello scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Trinitapoli. «Il Ministero dell'Interno nei fatti ha ammesso l'errore: l’ex sindaco non ha mai avuto rapporti con il capoclan ucciso nel 2019. Ma tutto questo non ci basta, andremo in fondo nella richiesta di risarcimento danni per affermare la verità». Così Michele Vaira, avvocato dell'ex sindaco di Trinitapoli, ha commentato il comunicato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 28 giugno, in cui il Viminale torna sui propri passi, dopo aver attribuito a Losapio frequentazioni inesistenti quanto gravemente diffamatorie.

La nota del Ministero è stata pubblicata ad integrazione del precedente allegato al decreto di scioglimento del comune trinitapolese, rispetto al quale Losapio aveva già depositato una citazione per danni nei primi giorni di maggio, proprio per escludere qualsiasi suo coinvolgimento nella vicenda. «Abbiamo la soddisfazione di leggere dalle stesse parole del Ministero degli Interni che nei confronti di Losapio è stato commesso un errore o comunque sono state scritte falsità lesive della sua dignità personale. Purtroppo però non c’è stata la decenza di comunicare l'evidente errore né al diretto interessato né ai cittadini di Trinitapoli, che hanno il diritto di sapere con chiarezza che il loro sindaco non ha mai avuto frequentazioni col capoclan».

La relazione ministeriale iniziale del 4 maggio, ripresa da tutti gli organi di stampa, ancora oggi rimane quella originale, senza alcuna modifica, producendo tutti gli effetti diffamatori e calunniosi del giorno della prima pubblicazione sulla gazzetta ufficiale.
La toppa, dello scorso 28 giugno, appare peggiore del buco: il Ministero nel comunicato ha provato a correggere il tiro, inserendo la locuzione “fiduciario del” nella precedente stesura, parlando quindi di “frequentazioni dell'attuale sindaco con il fiduciario del capoclan ucciso”. «Losapio quindi non c'entrava assolutamente nulla col capoclan – conclude Vaira – ma avrebbe avuto frequentazioni con un presunto ed ignoto fiduciario: chiaramente è tutto falso anche questo, non è dimostrabile e per noi è una ulteriore diffamazione che perseguiremo nelle sedi competenti. Non ci fermeremo».

Un passo alla volta verso la verità. In queste settimane di silenzio abbiamo lavorato con i legali e continueremo a farlo per ripristinare la veridicità dei fatti. E non finisce qui, perché questo non è l’unico errore accertato presente nella relazione.


(c.s.)

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