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“Antiche Corti di Giustizia in Capitanata, fra storia e attuale disagio”




“Antiche Corti di Giustizia in Capitanata, fra storia e attuale disagio”

“Antiche Corti di Giustizia in Capitanata, fra storia e attuale disagio”

Alla Biblioteca “la Magna Capitana” di Foggia, prosegue il ciclo di incontri, giunto alla sesta edizione, per approfondire temi di storia, personaggi ed eventi storici del territorio.
Prossimo appuntamento il 18 aprile, ore 17.30, Sala Narrativa con lo scrittore Carmine de Leo che ci parlerà delle “Antiche Corti di Giustizia in Capitanata, fra storia e attuale disagio”.

Appuntamento martedì 18 aprile 2023, alle ore 17.30, in Sala Narrativa della Biblioteca Magna Capitana di Foggia per incontrare lo scrittore Carmine de Leo, già funzionario del Ministero della Giustizia. “Antiche corti di giustizia. Fra storia e attuale disagio”, questo è il titolo della conversazione che terrà, autore già di numerose pubblicazioni sulla storia di Foggia, soprattutto in tema di tribunali e del periodo federiciano, che analizzerà nel corso della serata le vicende passate delle corti di giustizia della Capitanata per giungere agli anni del dopoguerra ed all’attuale l’aumento della criminalità.
Il de Leo, ci parlerà, confortato dalla proiezioni di immagini della documentazione d’epoca, delle antiche corti di giustizia in Capitanata dal periodo federiciano al Novecento, una storia testimoniata dalla presenza di prestigiosi Tribunali come quello secolare della Regia Dogana di Foggia, corte collegiale con competenze vastissime, della Regia Udienza Provinciale di Capitanata e del Tribunale di Commercio, magistratura speciale che rispondeva alla vocazione mercantile della città di Foggia e, per un breve periodo nel dopoguerra, anche di una sezione della Corte d’Appello.
Il relatore, scrittore e giornalista, ma anche funzionario del Ministero della Giustizia per ben 43 anni, illustrerà poi alcuni dei motivi del disagio attuale della giustizia e l’aumento della criminalità, collegato a partire dal dopoguerra a bande organizzate, dedite dapprima al contrabbando ed alla borsa nera e poi, nel corso dello sviluppo economico che interessò la città di Foggia soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, alla consumazione di reati di estorsione ed usura; bande che si organizzeranno inseguito in una vera e propria associazione criminale di stampo mafioso chiamata La Società, nome mutuato da un antico gruppo foggiano di allevatori di capre che ricorrevano anche alla violenza per avere il monopolio della distribuzione del latte, la Società dei Caprari.
La crescita della criminalità foggiana sarà anche favorita dalla mancanza, fino agli anni Novanta del secolo scorso, di un carcere circondariale e dal conseguente trasferimento di molti detenuti nelle carceri della Campania, ove appresero tecniche e rituali camorristi per poi mettersi in proprio nell’organizzazione della Società Foggiana, vera mafia violenta, che trova in parte anche un favorevole humus criminale nel diffuso disagio sociale delle classi meno abbienti e nella crisi occupazione che ha investito il nostro territorio.
Il tutto alimentato da una scarsa attenzione nei confronti della situazione degli uffici giudiziari della Capitanata in questi ultimi decenni da parte del Governo, caratterizzata da ondate di soppressioni ed accorpamenti, scarsità di sedi operative totalmente insufficienti, come il Palazzo di Giustizia di Foggia, progettato nel lontano 1978, perdita di finanziamenti milionari per costruire nuovi uffici giudiziari, diminuzione del personale, peraltro datato e poco formato e trasferimenti in mobilità da altri enti per coprire solo in parte gli obsoleti organici del personale amministrativo, per non parlare degli organici della magistratura, settore oggi occupato da decine di magistrati onorari, testimoniano testimoni di organici assolutamente non adeguati al volume di procedimenti trattati dall’unico tribunale di una delle più vaste province d’Italia, quello di Foggia.
Carmine de Leo ha al suo attivo oltre 50 pubblicazioni di vario genere, i cui testi sono consultabili presso la Biblioteca Magna Capitana ed altre locali e nazionali, con questa conversazione di storia locale sulle Corti di giustizia coniugherà i problemi del passato a quelli di oggi in uno dei settori più delicati della nostra società, traducendo quanto affermato dallo scrittore Primo Levi: il futuro ha un cuore antico, ovvero le ragioni di oggi sono nate ieri!

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