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San Remo attenzionato da AGCM e Antitrust




San Remo attenzionato da AGCM e Antitrust

San Remo attenzionato da AGCM e Antitrust

Terminata la settimana più lunga e chiacchierata dell’anno, ossia la settimana del Festival di Sanremo, come da tradizione numerose sono state le polemiche che tale manifestazione porta con sé. Anche quest’anno, infatti, non sono mancati spunti di “riflessione” da parte di chi non condivide tutto ciò che ruota intorno ad una manifestazione che, come spesso accade, divide l’opinione pubblica. In particolare, mettendo da parte le dinamiche prettamente canore (anch’esse oggetto di dibattito, basti pensare al caso Geolier), durante l’edizione appena trascorsa si è riproposto l’ennesimo caso di pubblicità occulta.
Sulla falsa riga di quanto successo lo scorso anno con la nota influencer Chiara Ferragni la quale, si ricorda, facendosi un selfie con il conduttore Amadeus, costò alla Rai una multa di 174.000 euro per pubblicità occulta in favore di un noto social (multa confermata qualche giorno fa dal Tar del Lazio), anche quest’anno l’emittente pubblica rischia una sanzione da parte dell’AGCM e Antitrust. Difatti, durante l’esibizione dell’attore americano John Travolta era evidente il marchio delle sue scarpe (di cui lo stesso sarebbe testimonial).
La Rai ha sin da subito preso le distanze da quanto accaduto, ribadendo l’estraneità dell’emittente da qualsivoglia asserita finalità promozionale legata alla performance del noto attore, il cui contratto prevedeva un tassativo divieto circa l’introduzione di elementi pubblicitari. Ebbene, prescindendo dal merito delle polemiche (che da sempre alimentano il Festival di Sanremo), appare meritevole di approfondimento il ruolo che abbiamo noi contribuenti in tutto ciò. È noto che la Rai è un emittente pubblica, per la quale ognuno di noi paga il canone, un contributo obbligatorio (salvo alcune eccezioni dovute all’età e al reddito).
Dunque, ci si chiede se è giusto riconoscere lauti compensi o, come nel caso che ci interessa, pagare sanzioni e/o multe causate, seppur indirettamente, da interessi di varia e diversa natura, anche pubblicitaria.
Una domanda a cui è oggettivamente difficile rispondere, anche per gli interessi che ruotano intorno a una manifestazione di portata nazionale, in cui sono coinvolti sponsor, case discografiche e marchi di ogni tipo.
Tuttavia, con il presente articolo possiamo chiarire, seppur sinteticamente, cos’è il canone Rai e quali sono le conseguenze del mancato pagamento dello stesso.
Il canone Rai non è un’imposta dovuta da tutti per il possesso della televisione e, dunque, a prescindere dall’utilizzo della stessa e, nondimeno, dalla visione i programmi trasmessi dalla Rai.
Tale imposta viene inserita direttamente nella bolletta della corrente elettrica, in modo che tutti gli italiani titolari di un’utenza della luce siano tenuti al pagamento del canone (a parte i casi di esenzione di cui si dirà a breve).
Cosa succede se non si paga il canone Rai?
Per sottrarsi al pagamento dell’imposta occorre dichiarazione attraverso cui il cittadino affermi di rientrare in uno dei casi di esenzione previsti.
Ebbene, nel caso in cui ciò non sia vero, il contribuente rischierebbe la reclusione sino a due anni per il reato di falso ideologico commesso da privato, oltre ad una sanzione economica che va dai duecento ai seicento euro (oltre a tutti gli arretrati maturati).
Ma quali sono i casi di esenzione?
Sono esenti dal pagamento dell’imposta i seguenti soggetti:
- chi non è in possesso di una televisione;
- le persone di età pari o superiore ai 75 anni con reddito annuale inferiore a 8.000 euro;
- i proprietari di seconda casa e i proprietari di immobili dati in locazione (il pagamento, in questi casi, spetta al conduttore che materialmente beneficia del televisore).

(Elda Panniello)


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