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Lions Lucera, ottimi risultati raggiunti nello screening gratuito del diabete


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Lions Lucera, ottimi risultati raggiunti nello screening gratuito del diabete

La Presidente, Matilde Greco, dopo i saluti di rito e dopo aver ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita dello screening gratuito del diabete, sottolinea come dal 1986 grazie alla istituzione della giornata mondiale del diabete promossa dall’allora Presidente internazionale Lions Stern Akestan, i Lions di tutto il mondo sono impegnati in service volti a sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sull’importanza della prevenzione e della diagnosi tempestiva del diabete e sulla appropiatezza delle cure, tutto ciò anche per promuovere una migliore qualità di vita dei soggetti diabetici e per prevenire le complicanze ad esso legate. Solo nel 2006 l’assemblea Generale delle Nazioni Unite, riconoscendo l’urgente necessità di promuovere attività volte a promuovere e migliorare la salute umana, facilitare le cure ed incentivare la ricerca, ha adottato una risoluzione in cui designava il 14 novembre World Diabetes Day, giorno di nascita di Frederick Grant, co-scopritore con il suo allievo Charles Best dell’insulina nel 1921.
La dottoressa Elena Di Stasio, referente per il Club Lions di Lucera del progetto di prevenzione del diabete, interviene per una breve disanima su quanto emerso da un veloce esame statistico delle schede anamnestiche di quanti nella mattinata si sono sottoposti allo screening del diabete.
Tale analisi mette in luce che, tutti coloro che riferivano di fare regolarmente attività fisica e di seguire una dieta ipoglicidica ricca di frutta e verdura avevano valori glicemici ampiamente nella norma.
Viceversa, in buona parte di coloro che non riferivano di praticare questi corretti stili di vita, si erano riscontrati valori al limite o al di sopra della norma.
Nel suo intervento, la dottoressa Sabrina Piemontese, in relazione al diabete di tipo 1, pur avendo fatto la ricerca dal 1921 ad oggi passi da gigante, sottolinea che ancora molto c’è da fare per garantire sempre migliori terapie e qualità di vita di vita di questi pazienti.
Infatti, si è passati dalla insulina porcina a quella, molto più sicura, prodotta in laboratorio, questa terapia costringeva i pazienti a pungersi più volte nella giornata e non era scevra dal pericolo di andare incontro ad ipoglicemie.
Negli ultimi 20 anni le ditte farmaceutiche, nell’ottica di migliorare la qualità di vita di questi pazienti e dar loro la possibilità di autogestire la propria patologia, hanno fatto molti sforzi che hanno portato alla produzione di microinfusori dotati di sensori che monitorano costantemente i valori glicemici al fine di prevenire l’ipoglicemia.
Un passo avanti si è avuto nel 2016, quando i microinfusori sono stati in grado di far comunicare i sensori con l’apparato sottocutaneo che dispensa l’insulina.
Ma la ricerca va avanti cercando di imparare a ragionare come il pancreas.
L’unica possibilità ad oggi di potersi liberare di tali, che per quanto sempre più mini invasi, sono sempre condizionanti, è il trapianto di pancreas o delle sole insule pancreatiche, ma anche questo non è scevro da complicanze ed i pazienti sono costretti a fare terapie immunosoppressive per sempre.
Per tali motivi il trapianto è consigliato solo a soggetti che non rispondono alla terapia insulinica o dializzati.
Una ulteriore terapia che potrebbe essere risolutiva è la somministrazione di cellule staminali con specializzazione verso le cellule beta pancreatiche, ma anche questa non esente da rischi: le cellule staminali, se non ben indirizzate potrebbero prendere altre strade.
Ma la ricerca non si ferma.
Anche nel suo intervento il dottor Francesco Bellanti, in relazione al diabete di tipo 2, sottolinea che, pur avendo fatto la ricerca passi da gigante, ancora molto c’è da fare per la messa a punto di nuovi farmaci che migliorino la cura del diabete, riducano le complicanze ritardando il ricorso alla terapia insulinica e migliorino la qualità di vita a di questi pazienti.
Il dottor Bellanti sottolinea che nel 2022 si è calcolato che i diabetici in Italia erano oltre quattro milioni e di questi oltre un milione non sapevano di esserlo, per questo ben vengano queste attività di screening rivolte alla popolazione.
Per fortuna oltre il 90% di questi hanno il tipo 2 che, a differenza del tipo 1, è associato ad alimentazione e stili di vita sbagliati e non ad una assenza dell’insulina.
Spesso ci si accorge di essere diabetici in concomitanza di complicazioni quali infarto, ictus, insufficienza renale o perdita della vista, determinati da costanti valori fuori norma della glicemia.
Gli screening hanno proprio la finalità di individuare questi soggetti ed avviare tempestivamente una terapia il più efficiente possibile.
Nella prima fase la terapia si avvale di farmaci insulina sensibilizzanti, uno dei più usati è la metformina, ma esiste tutta una serie di farmaci con cui si tende a ritardare il più possibile la somministrazione di insulina che, dai pazienti, viene vissuta quasi sempre come una condanna.
Ma la ricerca non si è mai fermata: circa venti anni fa si è notato che in soggetti non diabetici la somministrazione di zucchero per via orale induceva una immediata produzione di insulina e una riduzione della glicemia, mentre se lo zucchero veniva somministrato in vena la risposta non corrispondeva a quella orale.
Questa intuizione ha portato alla scoperta di ormoni prodotti dallo stomaco e dalla prima porzione dell’intestino che aiutano l’insulina nella sua azione.
Da ciò si è sviluppata tutta una serie di farmaci che sfruttano questo meccanismo endogeno, per lo più somministrati per via sottocutanea, ma anche in compresse che, oltre a curare il diabete, riducono gli eventi ad esso correlati quali infarto e ictus ed inoltre fanno perdere tanto peso.
Una ulteriore innovazione è data da farmaci che permettono di eliminare tutto il glucosio in eccesso attraverso le urine che, oltre a migliorare il diabete, riducono notevolmente l’insorgenza di insufficienza renale e sono anche protettivi per il cuore.
Anche il tipo 2, in fase tardiva, arriverà ad usare l’insulina, ma anche qui ci sono novità: esistono già insuline che si somministrano ogni 24 ore ed a breve si inizierà ad usarne altre con somministrazione settimanale.
Notizia dello scorso mese è che si sta sperimentando, al momento solo sugli animali, una insulina intelligente che entra in funzione solo con valori alti di glicemia, ciò scongiurerebbe quella che è la complicanza di tutte le attuali terapie: l’ipoglicemia, una condizione che può portare al coma e anche alla morte.
L’arrivo di questi farmaci sarà un’altra rivoluzione nella terapia del diabete.
Le numerose domande da parte dell’uditorio che hanno fatto seguito agli interventi dei relatori sono la dimostrazione di quanto sia importante ed utile a tutta la cittadinanza promuovere questi service.

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