
ITALIA IN AFFANNO: UN PAESE SEMPRE PIÙ FRAGILE E INADEGUATO A COMPETERE
IL DIVARIO CON L’EUROPA SI ALLARGA, SERVONO RISPOSTE CONCRETE PER IL FUTURO DEI GIOVANI
L'Italia è un Paese sempre più vulnerabile e fragile, incapace di colmare i divari strutturali che la separano dalle economie più avanzate d’Europa. Energia, acqua, scuola, digitalizzazione, giustizia: i pilastri fondamentali di uno Stato moderno e competitivo stanno crollando sotto il peso di inefficienze croniche e scelte politiche miopi.
Il Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani denuncia l’assenza di una visione strategica e il continuo declino del nostro sistema economico e sociale, con un divario ormai insostenibile rispetto ai Paesi europei e alle nuove economie emergenti.
ENERGIA: UN PAESE OSTAGGIO DELLA DIPENDENZA ESTERA
L’Italia continua a pagare un costo energetico insostenibile rispetto ai suoi partner europei. Il nostro Paese utilizza gas per il 43% della produzione elettrica nazionale, mentre in Francia si ferma al 6%, in Germania al 17% e in Spagna al 25%.
Il costo dell’energia per megawattora è emblematico del nostro svantaggio competitivo:
Italia: 128 €/mWh
Spagna: 91 €/mWh
Germania: 82 €/mWh
Francia: 54 €/mWh
Area scandinava: 15 €/mWh
"Di cosa vogliamo parlare?", commenta Virgilio Caivano, portavoce del Coordinamento. "Invece di puntare su una vera transizione energetica con rinnovabili e indipendenza energetica, siamo ancora vittime della dipendenza estera. E i costi ricadono sulle famiglie e sulle imprese, rendendoci meno competitivi."
ACQUA: DISPERSIONE IDRICA E INFRASTRUTTURE OBSOLETE
L’acqua è una risorsa strategica, eppure l’Italia spreca il 42% dell’acqua potabile prima che arrivi nelle case, mentre in Francia la perdita è del 20%, in Germania del 6% e nei Paesi Bassi del 5%.
Il PNRR ha stanziato fondi per il ripristino di 14.000 km di condotte idriche, ma il sistema ha bisogno di un intervento molto più ampio: su 44.000 km di rete colabrodo, restano 32.000 km senza alcuna soluzione strutturale.
"Le Regioni, titolari di questa competenza, hanno svolto il loro compito?", incalza Caivano. "O siamo di fronte all’ennesimo buco nell’acqua?"
SCUOLA E UNIVERSITÀ: UN SISTEMA EDUCATIVO ALLO SFASCIO
L’istruzione è un altro tallone d’Achille dell’Italia. Nonostante i 27 miliardi di euro assegnati dal PNRR, non si registrano sostanziali cambiamenti nello stato di disastro del nostro sistema educativo.
L’Italia continua ad avere una delle percentuali più basse di laureati e diplomati in Europa e un sistema scolastico che non forma competenze adeguate al mercato del lavoro.
"Non possiamo più raccontare bugie ai giovani, che continuano a fuggire all’estero", dichiara Caivano. "Politiche educative fallimentari, digitalizzazione assente, università che non rispondono alle esigenze del mondo del lavoro. Come possiamo costruire il futuro senza una classe dirigente formata e competitiva?"
DIGITALIZZAZIONE E GIUSTIZIA: UN PANTANO SENZA VIA D’USCITA
Sul fronte digitale, l’Italia è ferma al palo, nonostante i 22 miliardi di euro del PNRR destinati a innovare il sistema pubblico e le infrastrutture tecnologiche.
Procedure amministrative infinite, appalti lenti e inefficienze burocratiche continuano a bloccare ogni tentativo di modernizzazione. La pubblica amministrazione è devastata e cannibalizzata da logiche di potere che ne impediscono il rinnovamento.
E sulla giustizia? La durata media di un processo civile in Italia è di 6-7 anni, mentre in Germania si chiude in meno di un anno, in Francia e Spagna in poco più di tre.
IL FALLIMENTO DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA: SERVE UNA VERA RIFORMA
L’Autonomia Differenziata viene venduta come la soluzione ai problemi dell’Italia, ma rischia di trasformarsi in un incubo. "Non possiamo pensare di frammentare ulteriormente il Paese quando siamo già in difficoltà. Serve invece una Legislazione Differenziata, che dia strumenti concreti alle aree interne per competere e crescere", sottolinea Caivano.
UNA RISPOSTA PER LE AREE INTERNE: LA LEGISLAZIONE DIFFERENZIATA
Per i 10 milioni di cittadini delle aree interne e dei piccoli comuni, la soluzione passa attraverso un modello di sviluppo che superi le logiche fallimentari attuali.
Una governance chiara per energia e acqua.
Un nuovo piano educativo che metta al centro qualità e competenze.
Un piano di digitalizzazione serio, non solo annunciato.
Una riforma della giustizia che garantisca tempi certi.
"Il futuro dell’Italia dipende dalle scelte che faremo oggi. Serve una politica che individui i problemi, elabori strategie e prenda decisioni coraggiose. I nostri giovani hanno diritto a un Paese che non sia solo un luogo da cui fuggire, ma una casa in cui costruire il proprio futuro", conclude Caivano.
"La battaglia è aperta. Ora sta a noi decidere da che parte stare", conclude il Coordinamento.