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'Il Reggimento Lancieri poi Cavalleggeri di Foggia. Una Storia dimenticata 1864-1920'


Descrizione

'Il Reggimento Lancieri poi Cavalleggeri di Foggia. Una Storia dimenticata 1864-1920'

Il libro di Carmine de Leo “Il Reggimento Lancieri poi Cavalleggeri di Foggia. Una Storia dimenticata 1864-1920” traccia la storia del Reggimento Lancieri e poi Cavalleggeri di Foggia, un glorioso reparto del nostro esercito le cui vicende, frutto di anni di ricerche da parte dello scrittore Carmine de Leo, sono state completamente dimenticate dalla città di cui portava il nome e lo stemma.
Attraverso l’analisi di vecchi documenti custoditi presso gli archivi statali di Torino, di Roma e di Foggia ed altre fonti, quali giornali d’epoca e rare pubblicazioni, Carmine de Leo ricostruisce la storia del Reggimento che, dopo l’Unità d’Italia, per la pronta adesione di Foggia alla causa nazionale, unica dell’ex Regno delle Due Sicilie, fu premiata dal nuovo governo con l’intestazione, nel 1864, di un nuovo Reggimento, il Lancieri di Foggia, che mutò poi il suo nome nel 1871 in 11° Cavalleggeri di Foggia; lo stemma ed i colori delle mostrine di questi cavalieri ricordavano il rosso ed il nero e le tre fiammelle sull’acqua della città di Foggia, il cui municipio donò il gonfalone al reggimento stesso.
Nel 1866, in occasione della valorosa carica del 4° squadrone dei Lancieri di Foggia, che si era distinto durante la III guerra d’indipendenza il 30 giugno di quell’anno, mettendo in fuga a Gazoldo la cavalleria austro-ungarica e catturando ben 40 prigionieri, il Municipio di Foggia fece coniare anche una medaglia d’argento per i lancieri che si erano distinti in questo fatto d’arme; tale decorazione si aggiunse alle medaglie al valor militare che i lancieri meritarono nel corso della campagna di guerra per la III guerra d’indipendenza.
Come sottolinea Carmine de Leo in questo suo volume, la valorosa carica di Gazoldo, unico episodio vittorioso per le armi italiane a Custoza, fu ricordata anche dalla stampa estera, come il “Morning Post” ed è oggi raffigurata in un grande mosaico murato su una parete del comune di Gazoldo degli Ippoliti, mentre la città di Foggia gli dedicò alla fine del secolo scorso un foglietto erinnofilo, ma nessuna piazza o strada.
Molti altri riconoscimenti e medaglie al valori militare i Lancieri e poi Cavalleggeri di Foggia meritarono per azioni di protezione civile, soccorso in occasione di eruzioni vulcaniche a Napoli, di epidemie di colera in Sicilia, di inondazione ed anche per azioni di tutela dell’ordine pubblico come supporto alla gendarmeria sia a Torino, che a Roma; alcuni suoi reparti contribuirono anche alle guerre coloniali. Durante il primo conflitto mondiale si distinsero in varie azioni di guerra e furono anche utilizzati come polizia militare per custodire i prigionieri Austriaci, oltre che per pericolosi pattugliamenti lungo le linee di fuoco. Dopo la prima guerra mondiale, nel 1920, il reggimento, come altri dell’arma di cavalleria, fu sciolto.
Il de Leo ci ricorda pure che l’affezione della città per il Reggimento che portava, onorandolo, il suo nome, i suoi colori ed il suo stemma, era davvero molta e proprio presso la biblioteca provinciale di Foggia si conserva anche l’inno manoscritto del reggimento il cui motto era: “Audaci e vigili”.
S.D.G.

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