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Politica       Pubblicata il
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De Mita a Foggia spiega le ragioni del NO


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De Mita a Foggia spiega le ragioni del NO

Grande partecipazione di pubblico al dibattito, organizzato dall'UdC a Foggia, per il NO alla riforma costituzionale.
A fare gli onori di casa l'on. Angelo Cera che nell'intervento di saluto ha ricordato i passaggi in Parlamento del travagliato voto sulla riforma della Costituzione.
«Un voto che non ha permesso alcuna discussione e che ha dovuto subire il continuo pressing del governo che voleva accorciare i tempi di una riforma nata male e cresciuta peggio, come ha più volte ricordato il nostro segretario l’on. Lorenzo Cesa»
Suggestivo l’intervento del capogruppo in Consiglio Regione Puglia, Napoleone Cera, che ricordando Piero Calamandrei ha evidenziato il ruolo della Costituzione «nel favorire pari opportunità e rimuovere gli ostacoli sociali e culturali per garantire uno sviluppo armonico della Repubblica Italiana. In questo senso – ha ricordato Napoleone Cera – devo ringraziare Renzi che mi ha permesso di approfondire lo studio della nostra bellissima Costituzione, consentendomi di comprendere passaggi e indicazioni fondamentali per la vita democratica di un Paese, ma soprattutto che non si può cancellare con un colpo di arroganza il lavoro di Calamandrei, Moro, De Gasperi e di tanti altri padri costituenti.»
Il dibattito è poi entrato nel vivo con gli interventi dell'on. Giuseppe De Mita e dell'on. Marco Follini, che hanno dialogato con Filippo Santigliano e Piero Paciello.
Nel suo intervento l'on. De Mita ha evidenziato come «La questione di fondo da affrontare non è quella che viene sbandierata sulla migliore governabilità, perché si basa su un presupposto sbagliato: la semplificazione che annuncia Renzi non fotografa la reale necessità del Paese. Abbiamo il 77% dei provvedimenti che passano con una sola votazione e l'Italia ha in Europa uno dei più alti indici sulla velocità di votazione. I continui spot per il “SI” non cancellano la burocrazia perché questa è materia elettorale non costituzionale. E la legge elettorale la cambierà la Corte Costituzionale non il governo. Anche perché la riforma è così involuta che se vincesse il “SI”, il giorno dopo, ci sarà bisogno d’intervenire per aggiustarne i guasti.»
Poi De Mita ha ricordato l'iter di approvazione della riforma. «Il Parlamento ha votato per due giorni di seguito, senza diritto di parola, perché la riforma approvata in tempi rapidi faceva comodo al Pd che aveva toccato il 40% dei consensi. Si è creata una falsa aspettativa per eludere il vero problema che riguarda gli strumenti della politica. Il problema non è la velocità ma la qualità della politica, ma siccome non si vuole intervenire si preferisce generare confusione parlando alla pancia dei cittadini e distruggendo i riferimenti sul territorio, com’è avvenuto con le Province e avverrà con le Regioni se dovesse vincere il “SI”.»
Per Follini «Le riforme hanno senso se riportano a una comune idea, mentre quella che voteremo il 4 dicembre ha il fiato corto e non rafforza la coesione sociale e poliica. È una riforma che allontana le varie anime del Paese, e non contribuisce a creare un argine al Paese che si sta sfaldando. Il tema non è la governabilità ma la selezione della classe politica. Non esiste una classe politica attuale migliore della precedente e basterebbe citare i dati del debito pubblico per comprendere i guasti governativi di un ceto politico che ha dimenticato di rispondere alla domanda: la politica come concorre allo sviluppo del Paese? Lo orienta o lo appesantisce? Il 4 dicembre avremo occasione di contribuire a una risposta che non sia artificiosamente inquinata dalla questione della minore burocrazia. Non è questo il problema, ma il contenuto che vogliamo dare alla rappresentanza.»
Da Foggia è partita per la Puglia la campagna del NO dell'UdC. Una sfida, come ha ricordato Follini, che muove nel segno del lavoro nella Costituente di Aldo Moro.

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