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Politica       Pubblicata il
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'Il Pd che vogliamo' alla porta


Descrizione

'Il Pd che vogliamo' alla porta

I componenti del gruppo "Il Pd che vogliamo" si sono presentati alle ore 19,00 presso la sede del partito lucerino, come richiesta fatta alla segreteria cittadina, ma hanno trovato la serranda abbassata. I presenti, componenti del direttivo, lamentano gli atteggiamenti che subiscono, da un po' di tempo, dall'attuale dirigenza che vede a capo il segretario Ernesto Giannetta.
Sempre stando alle dichiarazioni del gruppo, non è la prima volta che chiedono di incontrarsi per discutere dei tempi che riguardano, non solo la vita interna del partito, ma per costruire una linea politica per le prossime competizioni amministrative del 2019, che vedono Lucera interessata.


Di seguito riportiamo il comunicato del gruppo che doveva essere anche un motivo di discussione interna dopo l'assemblea nazionale dello scorso 7 luglio.




#Alcuneriflessioni sull’assemblea nazionale del Partito Democratico del 7 luglio.

Il Partito Democratico dopo quattro mesi ha cominciato l’analisi del voto e, nella fattispecie, della sconfitta sullo scorso quattro marzo. Finalmente, dopo centoventi giorni dalle elezioni, è stato scelto un nuovo segretario al quale va sin da ora il nostro in bocca al lupo per la delicatissima funzione che svolge, in un momento così difficile per la politica italiana e per il partito: resistere all’ondata dei populismi con l’intelligenza di una sinistra innovatrice, disposta ad evolversi rispetto al contesto storico che affronta ma senza perdere i cardini dei propri ideali: parità di genere, lavoro, lotta sociale, diritti, accoglienza. Il segretario Maurizio Martina avrà il compito di traghettare il P.D. fino al giorno del congresso, nominato quasi con paura e programmato in un futuro la cui celebrazione è stata talmente esorcizzata da avere come appuntamento un timido “prima delle Europee del 2019”.
Il congresso non è un tabù: è diventato una necessità seria dalla quale ripartire per riformare non solo le idee di un Partito Democratico che ha certamente registrato una sconfitta innegabile, ma soprattutto i meccanismi che regolano la vita all’interno del Partito stesso. Ci saremmo aspettati una scelta piena di CORAGGIO e di volontà di ripartire, pronti per un congresso che avesse come centro non solo le scelte di indirizzo politico esterne, ma anche interne: una discussione sul tesseramento, sulla selezione della classe dirigente, sulla questione morale e su altri punti come, ad esempio, anche noi abbiamo suggerito. Speravamo in un Partito che fosse deciso ad avviare, magari nel prossimo autunno, un processo di riforma interno aprendo un’importante pagina costituente piuttosto che rinviare le primarie, dando ai territori la possibilità di discutere di politica e di partecipare alla discussione su questo partito già da oggi.
La scelta di far slittare così tanto un momento importante come il congresso, vissuto nella giusta maniera sacra e dunque non come una conta eseguita al solo scopo di decidere chi comanda ed a chi assegnare posti in lista alle prossime Europee, nel nostro piccolo non ci vede d’accordo. Attendevamo un momento di slancio, un momento di decisione e soprattutto che questo partito ricominciasse dal CORAGGIO di pensare alla buona politica, ad una buona proposta, prima di tutto. Ammettere di avere concluso un ciclo e decidere di riaprirlo di qui a diversi mesi di distanza pone il partito in una fase di stallo nonostante il dolore già espresso dai territori.
Saremo al servizio del Partito Democratico in ogni caso, nel tentativo di fare valere quanto più possibile le ragioni del P.D. che vogliamo.

I coordinatori del P.D. che vogliamo – Lucera
Rosalia Nappa, Carlo Luciano.

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